classe 3.0

di ERNESTO MOSTARDI

Un nuovo processo è in atto nelle nostre scuole: ha preso l'avvio la realizzazione della classe 3.0 che subentra alla ormai vetusta classe 2.0
Non si tratta solo di nuove attrezzature tecnologiche che subentrano a quelle precedenti, ma di un diverso modo di concepire la stessa didattica che in questo caso trova un suo alleato nelle nuove tecnologie.
Nelle precedenti esperienze, la classe 2.0 finiva con l'essere un laboratorio informatico incentrato sull'aspetto tecnologico del processo di insegnamento-apprendimento.
Con la classe 3.0 la didattica trova il suo fulcro nella ricerca, nel confronto e nella interazione. In questo caso gli strumenti digitali accompagnano e facilitano il processo di apprendimento, non ne costituiscono la "ratio".
In questo caso, la metodologia diventa del tipo
Teal (Technology Enabled Active Learning). Una metodologia creata nel 2003 dal MIT di Boston
per la didattica della fisica per studenti universitari. Questa metodologia prevede un'aula con una postazione centrale per il docente e attorno ad essa alcuni tavoli rotondi per gruppi di studenti in numero dispari, che lavorano in modo cooperativo.
In queste aule, dove non ci sono cattedre e i banchi si possono spostare a seconda delle necessità, la lezione frontale si accompagna a simulazioni e attività laboratoriali su computer per una esperienza di apprendimento ricca e basata sulla collaborazione. L'insegnante assume il ruolo di «facilitatore dell'apprendimento» e si muove tra i gruppi per moderare, suggerire, correggere, stimolare. Gli strumenti di lavoro non sono più i fogli e le fotocopie, ma documenti digitali individuabili e archiviabili da e per tutti sul cloud. Gli accessori indispensabili, che in realtà già si aggirano nelle nostre vecchie aule sono: LIM a parete, laptop, tablet, stampante con scanner, cloud, wireless. In questo spazio qualunque sarà l'attività proposta agli studenti essa assumerà una dimensione laboratoriale e di Collaborative Learning.
La classe 3.0 è una concreta prospettiva didattica in una realtà caratterizzata sempre più da un sistema di conoscenza di tipo reticolare, nel quale, attraverso una gamma di canali sempre più eterogenei, informazioni e saperi si contaminano e si consolidano.

Per realizzare a pieno questa prospettiva occorrono fondi e attrezzature. Sicuramente. E nel frattempo? Nel frattempo, con quanto già dispongono di proprio i nostri alunni, ma anche le nostre scuole, in termini di mezzi e di competenze, possiamo incominciare a mettere in connessione la nostra postazione o tablet con i tablet degli alunni, possiamo ricorrere più spesso alla Lim , spostare i banchi per organizzare un diverso setting di apprendimento. Insomma, una sperimentazione, con la quale ad apprendere sono tutti i soggetti presenti nello spazio-setting compreso i docenti. (by Ernesto Mostardi)

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